Artrosi: ecco 2 consigli per ridurre il dolore

L’artrosi è una condizione medica che assume i connotati di una vera e propria malattia quando riesce a pregiudicare più o meno in modo notevole il percorso di vita e quotidianità di un soggetto, ed è anche qualcosa che può essere causa di un dolore decisamente debilitante. Questa patologia, infatti, non si limita a provocare fastidi temporanei, ma può compromettere in modo significativo la capacità di svolgere le normali attività quotidiane, influenzando negativamente la qualità della vita di chi ne soffre. Il dolore, spesso cronico e persistente, può rendere difficoltosi anche i movimenti più semplici, come camminare, salire le scale o afferrare oggetti. Per ridurre questo elemento è possibile fare ricorso a varie soluzioni, che spaziano dall’utilizzo di farmaci specifici, alla fisioterapia, fino a modifiche dello stile di vita e, nei casi più gravi, a interventi chirurgici mirati.

Artrosi: cause e definizione

Decisamente diffusa presso la popolazione adulta, in particolare con la terza età, è chiamata anche osteoartrosi e coinvolge in maniera generica, le articolazioni presenti nel nostro sistema osseo. Questa patologia si manifesta principalmente con il deterioramento progressivo della cartilagine articolare, il tessuto che riveste le estremità delle ossa e ne facilita il movimento. Si tratta di un disturbo che in molti casi viene considerato progressivo e soggetto ad una forma di processo naturale con l’avanzare dell’età, ma può insorgere anche in soggetti più giovani a causa di fattori predisponenti o traumi articolari ripetuti. L’artrosi, dunque, rappresenta una delle principali cause di disabilità nella popolazione anziana, ma non è esclusiva di questa fascia d’età.

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Generalmente infatti le articolazioni tendono ad usurarsi con il passare del tempo, esistono però casi specifici nei quali l’artrosi diventa più problematica e difficile da contrastare. Il consumo della articolazioni oppure l’eccesso di carico (ad esempio su quelle degli arti dove “poggia” buona parte del peso) è legato anche da diverse condizioni. Tra queste, oltre all’età avanzata, vi sono fattori come la predisposizione genetica, la presenza di malattie metaboliche, traumi ripetuti o lavori che richiedono movimenti articolari ripetitivi e prolungati. Anche una postura scorretta o l’attività sportiva intensa e non adeguatamente bilanciata possono contribuire all’insorgenza precoce dell’artrosi, rendendo la patologia più aggressiva e difficile da gestire.

Condizioni genetiche, sovrappeso ed obesità ma anche una condizione del corpo legata a condizioni di scarsa salute e fragilità come disturbi di tipo circolatorio, come ad esempio l’emofilia, ma anche ad una fragilità ossea e strutturale. In molti casi resta una patologia di tipo idiopatica ovvero legata ad una scarsa conoscenza specifica delle cause. Il sovrappeso, in particolare, rappresenta un fattore di rischio importante, poiché il peso in eccesso grava sulle articolazioni portanti, come ginocchia e anche, accelerando il processo di usura. Anche alcune malattie endocrine, come il diabete, possono favorire lo sviluppo dell’artrosi, così come la presenza di anomalie congenite delle articolazioni o precedenti interventi chirurgici. Nonostante i numerosi studi, però, in una percentuale significativa di casi non è possibile individuare una causa precisa, e si parla quindi di artrosi idiopatica.

Sintomi

I sintomi sono comunque piuttosto precisi e legati ovviamente alla o le varie cause scatenanti dell’artrosi, da una perdita di sensibilità presso le articolazioni interessate fino ad una al contrario estrema sensibilità dolori più o meno prolungati ma anche difficoltà di movimento e strutturali in merito alle sezioni interessate. Il dolore articolare rappresenta il sintomo principale, spesso accompagnato da rigidità, soprattutto al mattino o dopo periodi di inattività. Con il progredire della malattia, il dolore può diventare costante e manifestarsi anche a riposo. Altri sintomi comuni includono gonfiore, scricchiolii articolari (crepitii), deformità visibili delle articolazioni e una progressiva perdita della forza muscolare nelle aree coinvolte. In alcuni casi, possono comparire anche episodi di infiammazione locale, con arrossamento e aumento della temperatura cutanea sopra l’articolazione colpita.

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L’artrosi può anche essere causata o peggiorata da gotta o da specifiche attività che tendono a “sovra consumare” le articoazioni, oppure l’impiego di farmaci molto specifici.
Tra le difficoltà tipiche riscontrate da parte di chi soffre di artrosi vi è anche una difficoltà nel matenere una posizione stabile delle parti interessate. Oltre a ciò, la presenza di altre patologie reumatiche, come la gotta, può aggravare il quadro clinico, così come l’assunzione prolungata di alcuni farmaci che possono influire negativamente sulla salute articolare. Le persone affette da artrosi spesso riferiscono anche una sensazione di instabilità articolare, che può rendere incerti i movimenti e aumentare il rischio di cadute, soprattutto negli anziani. La limitazione funzionale, infine, può portare a una riduzione dell’autonomia personale e a un peggioramento della qualità della vita.

Circa il dieci per cento della popolazione adulta soffre di una forma di artrosi che però è come intuibile difficile da diagnosticare, in quanto oltre 2/3 risulta essere la conclusione di un processo naturale di degradazione di queste sezioni così importanti, e solo in alcuni casi è possibile intervenire i modo drastico. Spesso, infatti, i sintomi iniziali vengono sottovalutati o attribuiti semplicemente all’invecchiamento, ritardando così la diagnosi e l’inizio di un trattamento adeguato. La diagnosi precoce, invece, è fondamentale per rallentare la progressione della malattia e limitare i danni articolari irreversibili. Solo nei casi più gravi, quando la compromissione articolare è particolarmente avanzata, si ricorre a interventi chirurgici, come la sostituzione protesica delle articolazioni maggiormente colpite.

I tipi di artrosi

Le forme più comuni riguardano gli arti, in particolare braccia, gambe, e mani così come i piedi. La categoria principale è la primaria, detta artrosi di primo tipo ovvero la più comune legata al “consumo” dell’articolazione, quella appartenente al secondo gruppo detta secondaria è invece legata a patologie o interventi invasivi. L’artrosi primaria si sviluppa generalmente senza una causa apparente, mentre quella secondaria è la conseguenza di condizioni specifiche, come traumi, malattie infiammatorie articolari, infezioni o malformazioni congenite. Le articolazioni più frequentemente colpite sono quelle sottoposte a maggior carico, come ginocchia, anche, colonna vertebrale e mani, ma nessuna articolazione è completamente immune dal rischio di sviluppare questa patologia. Anche le dita delle mani e dei piedi possono essere interessate, con manifestazioni che variano da persona a persona.

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Può inoltre essere costituita da una condizione specifica, singola, inerente ad esempio ad una singola articolazione oppure multipla, ovvero quando va ad interessare ed impattare una sezione intera del corpo come ad esempio le dita di una mano. A questi vanno corrisposti dei particolari tipi di diagnosi che vanno ad occuparsi anche della cura. L’artrosi localizzata, che coinvolge una sola articolazione, può essere più facile da trattare rispetto a quella generalizzata, che interessa più articolazioni contemporaneamente. La diagnosi si basa su una combinazione di esame clinico, anamnesi dettagliata e indagini strumentali come radiografie, risonanza magnetica o ecografie articolari. Questi strumenti permettono di valutare il grado di degenerazione articolare e di pianificare il trattamento più appropriato per ciascun paziente.

Non esiste infatti una cura specifica per l’artrosi quanto più qualcosa di più definito a seconda della causa diretta ma anche della posizione di questo disturbo, dall’impiego di farmaci, fino ad interventi legati alla chirurgia, ma anche ad una maggiore cura legata allo stile di vita, alimentazione inclusa. Il trattamento dell’artrosi, infatti, è spesso personalizzato e multidisciplinare, coinvolgendo diverse figure professionali come il medico di base, il reumatologo, il fisioterapista e, in alcuni casi, il chirurgo ortopedico. Oltre ai farmaci antidolorifici e antinfiammatori, possono essere utili integratori specifici, terapie fisiche, esercizi mirati e, soprattutto, la correzione di eventuali fattori di rischio modificabili, come il sovrappeso e la sedentarietà. Anche l’alimentazione gioca un ruolo importante nel mantenimento della salute articolare, fornendo i nutrienti necessari per il benessere delle ossa e delle cartilagini.

Come ridurre il dolore

Consigliabile ottenere una diagnosi quanto più specifica e precisa, proprio per la diversità di tipologia. Generalmente per contrastare l’artrosi viene fatto ricorso a farmaci anti infiammatori di tipo non stereotideo, ma anche provvedendo a non esercitare un progressivo degradamento ulteriore alla zona interessata, ispezionando caso per caso, in modo diretto. È importante affidarsi a specialisti che possano valutare attentamente la situazione e consigliare il percorso terapeutico più adatto, che può includere anche terapie fisiche come la laserterapia, la magnetoterapia o la terapia con ultrasuoni. In alcuni casi, possono essere prescritti farmaci più specifici, come i corticosteroidi o le infiltrazioni di acido ialuronico, per alleviare il dolore e migliorare la funzionalità articolare. La prevenzione del peggioramento della patologia passa anche attraverso l’adozione di uno stile di vita attivo e il rispetto delle indicazioni mediche.

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Ridurre il peso corporeo, integrare alimenti più vari e diversificati possibili, in particolare cereali e latticini ma anche effettuare delle visite generiche più frequenti del normale, in quanto come accennato, anche altre malattie apparentemente scollegate dall’artrosi possono avere un notevole “peso” in questo senso e peggiorare una situazione già presente. Mantenere un peso corporeo adeguato riduce lo stress sulle articolazioni portanti e può rallentare la progressione della malattia. Un’alimentazione equilibrata, ricca di vitamine, minerali e antiossidanti, aiuta a mantenere in salute le strutture articolari e a prevenire ulteriori danni. È fondamentale, inoltre, monitorare regolarmente lo stato di salute generale, sottoponendosi a controlli periodici che permettano di individuare tempestivamente eventuali complicanze o l’insorgenza di altre patologie che potrebbero aggravare il quadro clinico dell’artrosi.

Diversi esercizi di streching non eccessivi ma mirati, anche in questo caso “consentiti” dal proprio medico, possono senz’altro contribuire a tenere sotto controllo e rallentare il progressivo aumento di degradazione delle articolazioi.
In casi specifici come ad esempio l’artrosi all’anca, si procede con interventi più mirati, anche di tipo chirurgico. L’attività fisica regolare, adattata alle proprie condizioni, è fondamentale per mantenere la mobilità articolare, rafforzare i muscoli circostanti e ridurre il dolore. Gli esercizi di stretching e di rafforzamento muscolare, se eseguiti correttamente e sotto la supervisione di un professionista, possono migliorare la funzionalità articolare e prevenire la rigidità. Nei casi in cui le terapie conservative non siano sufficienti a garantire una buona qualità di vita, si può ricorrere a interventi chirurgici, come la sostituzione protesica dell’articolazione danneggiata, che permettono di recuperare una buona mobilità e di ridurre significativamente il dolore.

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