La pasta al pomodoro è notoriamente uno dei piatti più classici e diffusi in Italia, poiché incarna gran parte dell’italianità in pochi, ma significativi elementi: la pasta è un simbolo italiano e il pomodoro è un pilastro della dieta mediterranea. Tuttavia, questo piatto tipico italiano è spesso considerato inadatto per chi soffre di iperglicemia.
In realtà, come è ormai risaputo, nessun alimento deve essere eliminato completamente, ma è importante moderarlo e adattarlo alle proprie esigenze. Per chi ha difficoltà a mantenere bassi i livelli di glicemia, esistono alcuni accorgimenti suggeriti da medici e nutrizionisti che rendono possibile il consumo di pasta al pomodoro.
Nelle giuste quantità e con le modalità appropriate, anche la pasta al pomodoro può essere consumata senza problemi e, anzi, considerata benefica per l’organismo, poiché il pomodoro può svolgere un ruolo importante nel controllo dell’iperglicemia, una condizione sempre più diffusa negli ultimi anni, stando ai dati medi.
Pasta al pomodoro: come renderla adatta all’iperglicemia
È soprattutto la pasta “base” ad essere considerata un alimento poco adatto ai soggetti iperglicemici, in particolare a causa dell’elevata presenza di carboidrati, naturalmente presenti in quasi tutti i cibi a base di farine. Questi carboidrati sono infatti interpretati come elementi che favoriscono l’aumento dei livelli di glucosio.
La pasta non è un alimento “proibito” nella dieta di chi soffre di questa condizione, ma è ovviamente necessario moderarne il consumo. Con l’aiuto del medico o, ancora meglio, del nutrizionista, possiamo stabilire una frequenza di consumo settimanale o mensile di pasta, scegliendo anche la quantità in termini di peso.
Come vedremo, anche la cottura è importante, non solo per adeguare l’apporto glucidico al nostro contesto. La pasta, in generale, non va mai eliminata del tutto, anche perché, nelle giuste quantità, i carboidrati e gli elementi che compongono il pomodoro possono essere molto importanti per l’energia e il metabolismo.
Consigli per cucinare la pasta al pomodoro
L’obiettivo è quindi tenere sotto controllo l’indice glicemico, una sorta di “scala” numerica applicata ai cibi per definire la velocità e l’impatto sull’aumento della glicemia. Innanzitutto, è importante ricordare che la cottura della pasta non deve mai essere eccessiva, ma possibilmente al dente.
Una cottura troppo prolungata rilascia gli amidi della pasta, che vengono interpretati dal nostro corpo come “zuccheri”, causando un rapido aumento della glicemia. Allo stesso modo, è bene, almeno alternativamente, utilizzare pasta integrale, che ha un contenuto di fibre più elevato rispetto a quella con grano più raffinato (controllare la presenza di farine al 100% integrali sulla confezione per la massima efficacia).
Evitare la pasta poco condita, o addirittura scondita, perché è meno saziante e saremo portati a consumarne di più. Invece, i pomodori dovrebbero essere freschi oppure provenienti da conserve senza zuccheri o altri dolcificanti aggiunti. Se usiamo pomodori interi, non c’è una grande differenza tra quelli crudi e cotti per la glicemia.
Il controllo della glicemia
I cibi contenenti carboidrati sono spesso considerati i principali “colpevoli” dell’aumento incontrollato della glicemia, una condizione che è vera, ma solo in parte, e non è assoluta per questo prodotto. L’iperglicemia non è causata direttamente solo da una dieta sbilanciata, ma può avere diverse cause.
Anche condizioni temporanee, così come uno stile di vita eccessivamente poco sano, influenzano questo valore, che può avere anche parziali connotazioni genetiche. Va ricordato che l’iperglicemia non significa necessariamente diabete, poiché le due condizioni, sebbene spesso parallele e sovrapponibili, non sono la stessa cosa.
L’iperglicemia può anche essere un disturbo favorito e causato da alcune condizioni come l’obesità e una generale mancanza di attività fisica, che porta l’organismo a reagire anche in questo modo. La dieta ha un impatto significativo, come evidenziato, ma non è l’unico dato da tenere in considerazione per analizzare il tutto in modo adeguato.
Altri consigli
È ovviamente importante non eccedere con le porzioni, non superando i 100 grammi per singola porzione. Il pomodoro può avere un grande impatto positivo perché è ricco di acqua e non contiene colesterolo o zuccheri veri e propri. Inoltre, può essere una buona idea aggiungere alimenti a base proteica, ma di tipo magro, come il pesce alla pasta.
Come evidenziato, non dobbiamo rinunciare alla classica pasta al pomodoro, un elemento quasi fondativo per la cultura italiana: con le opportune attenzioni, non è necessariamente necessario fare rinunce particolari, ma, come è logico, appare quantomeno saggio l’autoregolamentazione e un maggiore controllo in fase di cottura e preparazione generale.